Ho acquistato Babilonia di Yasmina Reza poiché conoscevo l'autrice francese di fama, benché non avessi mai letto nulla di suo. Sono stata ispirata dal titolo, evocativo di una situazione confusionaria, caotica, una Babilonia appunto. E confusionario e caotico si è infatti rivelato l'inizio di questo romanzo.
Babilonia racconta di una donna dalla vita estremamente ordinaria, monotona, a tratti noiosa che per una serie di incombenze si trova ad affrontare una situazione più grande di lei. Il fatto accade al termine di una festa data da lei in casa. Irrompe nella monotonia della sua vita come un fulmine, senza che però lei lo percepisca come tale. E, dunque, si lascia coinvolgere dall’evento in tutto e per tutto, apparentemente inconsapevole dell’enormità e della gravità delle circostanze.
Con questo romanzo, Yasmine Reza vuole rappresentare - e riesce a farlo in maniera magistrale - la solitudine esiliante in cui può cadere l’uomo, proprio come gli ebrei che sulle rive del fiume di Babilonia sedevano e piangevano al ricordo di Sion. Il tema della violenza e della brutalità tra quell’ambiente particolare che è la coppia viene esplorato e rappresentato con ironia mista a drammaticità. Ma soprattutto si parla di un evento che semplicemente accade, senza spiegazioni da parte dell’autrice, accade perché accade. Nel libro si affronta anche il tema della incomunicabilità tanto che i personaggi sembrano a tratti muoversi in una Babele.
Una lettura incalzante che mi ha lasciato soddisfatta, pur avendo fatto un po’ di difficoltà nella parte iniziale, in cui compaiono una serie di quadri con diverse situazioni scollegate tra di loro e senza una narrazione e a tenerli insieme. Un libro breve che si legge d’un fiato, ma denso di significato e tematiche.
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