📖 Ecco a voi il primo libro della serie di #antiqualibri ossia i vostri libri, quelli scritti da voi: una volta al mese, ogni mese, ne sceglierò uno, lo acquisterò, lo leggerò e scriverò una recensione.
Questo mese ho scelto il libro del poeta Pasquale Tortorella, giovane studente di Filologia Classica presso l’università Federico II di Napoli. Silvæ et Satuæ I è il titolo della sua raccolta di poesie. Si tratta, per entrare nello specifico, di un prosimetro, ossia di un’opera che mescola assieme poesia e prosa, alternandole tra di loro in maniera armoniosa, cosa che Tortorella fa in maniera esemplare. La mescolanza è poi base stessa della sua opera: vengono mescolati i temi della composizione (il passaggio all’età adulta, dediche a persone care al poeta, tematiche amorose…), i metri della poesia e i generi (basti pensare al titolo dell’opera: il titolo Silvae ricorda la natura occasionale e miscellanea dell’opera latina di Stazio e, similmente, il titolo Saturae viene ricondotto al concetto di varietà linguistica e formale propria della poesia dell’autore latino Lucilio). Tortorella decide di mescolare anche le lingue della composizione: dichiara infatti di scrivere in lingua italiana-latina, assicurando in ogni momento la completa parità dei due idiomi (il libro presenta infatti il verso in latino e il recto in italiano sia nelle sezione di prosa sia in quelle di poesia), con un’influenza reciproca delle due lingue in cui l’una aiuta a comprendere meglio l’altra. La vita è varia e inaspettata, dunque deve esserlo anche la poesia.
Da studiosa delle lingue classiche e della filologia antica non ho potuto non amare questo progetto che è pregno di cultura umanistica e che vede temi, forme e contenuti rideclinati in maniera brillante. Emerge il poeta doctus che è Tortorella, nonché tutta la complessità dietro alla composizione dell’opera, complessità forse in controtendenza all’editoria attuale, che rende la raccolta ancora più preziosa.
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