Sono sempre rimasta affascinata dal valore che i popoli antichi occidentali attribuivano al mare. Nello specifico, sto pensando ora ai Greci. I Greci componevano riguardo al mare, lo divinizzavano, lo esploravano e lo attraversavano. L'ingegneria navale greca è impressionante anche per noi moderni.
Una delle opere che più mi lasciano senza parole è la Syracusia, una nave del III secolo a,C. lunga più di 110 metri e di 1.000 tonnellate di portata. Progettata da Archimede, celebre matematico di Siracusa, venne costruita da un tal Archia di Corinto, un ingegnere dell'epoca, per volere di Gerone II di Siracusa.
Oltre a essere una nave imponente, la Syracusia era dotata di ogni lusso: decorata con pitture, vantava al suo interno una biblioteca, bagni, pavimenti di mosaico sui quali era ricostruito tutto il racconto dell'Iliade, giardini, un padiglione dedicato ad Afrodite. La cabina del capitano aveva 15 divani e tre camere. Non mancavano scuderie per i cavalli, 8 torrette e 2 gru con catapulte in grado di lanciare massi sui nemici. Come il Titanic, senza tuttavia terminare in un disastro, anche la Syracusia fece però un solo viaggio. Precisamente, arrivò fino in Egitto, come dono da parte di Gerone a Tolomeo III, che la rinominò Alessandria.
Tutto questo se prendiamo per vero il testimone che ci descrive questa nave, Ateneo, storico egiziano che scrive in lingue greca durante l'età imperiale. Né lui né noi, infatti, abbiamo visto la Syracusia. Dobbiamo accontentarci di questa descrizione e di qualche tentativo di rappresentarla in disegni di epoca medievale.
Commenti
Posta un commento